6 mag 2007

Napoli polemicon!

Nonostante se ne sia (s)parlato abbastanza nei blog dico anche io la mia, come sempre in ritardo, sul Comicon di quest'anno. Un paio di post fa dicevo: "riviste (parola pericolosa di questi tempi in Italia ma, a quanto pare, a noi fumettari amiamo il rischio)".
A quanto pare ci avevo visto giusto. Le due novità collettive più attese e al centro dell'attenzione sono state le riviste Mono n. 2 e Motel n. 1. Pioggia di critiche sull'una e sull'altra, manco fossero state le nuove testate di punta, che so, della Bonelli e dell'Eura!

Dico la mia perchè sono (stato, nel caso di Mono) coinvolto in entrambe. Da molti è stato messo in discussione proprio il concetto di rivista (su tutti: Ottokin), ma in alcuni casi si andava oltre e si usava la rivista per criticare l'operato delle persone che ci stanno dietro. E questo fa parte di quella "guerra dei poveri" che Giorgio Messina sottolineava in un suo lucido intervento nel blog di Ottokin. E chi mi conosce, sa bene che peso specifico abbia per me questa affermazione: ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. La paupuerorum bellum è un modus vivendi dell'Italia tutta....figuriamoci se dobbiamo sorprendercene nel mondo del fumetto. Il concetto alla base della PB è che meno soldi e prospettive ci sono in ballo, più si sta lì ad accapigliarsi. Ma torniamo a noi (che poi mi accusano di diventare prolisso e polemico come Rrobe ;-)

Se Motel addirittura è stata paragonata ad una fanzine ben fatta (anzi, neanche quello!), di Mono, pur constatandone la buona fattura (sempre basandosi sul concetto di "rivista") se ne contesta addirittura lo scopo, e la speculazione economica che secondo alcuni ci starebbe dietro. Molto saggiamente, nel blog di Mono di cui sopra, editore e curatori spiegano, conti alla mano, le loro scelte editoriali, che io condivido, conoscendone fin dall'inizio i retroscena. E se in parte accetto le osservazioni fatte da Roberto, dico anche che il "controllo sui materiali" non dovrebbe neanche esserci da parte dei curatori, perchè tutti gli autori sono invitati, e non precettati, a partecipare. E nella mia etica professionale se non mi sento, non mi va o non mi viene in mente niente da raccontare, proprio perchè è gratis e lo devo fare per piacere e non per dovere, non accetto l'invito. Se lo accetto è anche per sfidarmi sul poter raccontare qualcosa che abbia un senso in una sola tavola. Poi posso scoprire che ho perso la sfida (e avere fatto una tavola "furba"), ma il concetto di accettare o meno la collaborazione e sforzarsi quindi di garantire un prodotto che prima di tutto soddisfi l'autore, e quindi l'editore, non dovrebbe essere messo in discussione.

Per quanto riguarda Motel la butto per un attimo sul personale. La mia storiella "Giustizia Cieca", apparsa su Motel 1, è stata definita da Ausonia addirittura "triste". Vabbè..non mi scompongo. Anche Jek Vans è piaciuto molto ad alcuni, e per altri era solo una piacevole storiella magari raccontata neanche troppo bene. De gustibus, ragazzi. E' anche vero poi che l'etica professionale alla base del lavoro mio e di Ausonia è profondamente diversa: facciamo fumetto in modo diverso, con scopi diversi e per pubblici diversi. Se sui gusti non di disputa, quello che un pò mi ha dato fastidio è stato l'attaccare il principio e la volontà che entrambi i curatori e gli editori hanno messo, nel bene e nel male, nella realizzazione di entrambe le riviste. Ognuno con i suoi mezzi e, diciamocelo pure senza malignità, con i suoi limiti.

Tra il fare benino e il non fare, in questo paese sembra che sia sempre meglio non fare. Perchè se provi a fare qualcosa, con i tuoi mezzi e con tutta l'onestà intellettuale di provarci, tutti a starti addosso perchè non sei stato il supermegaultrafico che tutti si aspettavano che fossi. Ovviamente fatto salvo il discorso che si provino a vendere fischi per fiaschi (credo la delusione alla base della critica di Ottokin): o per ingenuità intellettuale (ogni scarrafone è bello a mamma sò) o per furbizia. Doveroso rimanere delusi in entrambi i casi, di più nel secondo. E io credo che per Motel rientriamo nel primo caso.

Adesso non starò lì a tirar morale sull'una e l'altra questione. Ho detto la mia su quello che, secondo me, è il problema "intelletuale" alla base di entrambe le critiche. Per come sono fatto io, se a me non piace l'operato di qualcuno, lo critico. E finchè siamo in un paese libero possiamo farlo. Posso anche, sempre per carattere, essere portato a vedere il lato positivo delle cose (e avere fatto per breve tempo l'imprenditore mi ha insegnato che se non fai così, alla prima difficoltà ti viene di mollare tutto, e amen), e quindi addolcire le critiche.

Se poi non mi piace la persona, come si comporta, come lavora, non sto neanche lì a sparare a zero su quello che "produce". Se quello che fa è la proiezione di come è, preferisco non averci a che fare. Quello del fumetto è un piccolo orticello. Per la mia sanità mentale, amo essere "amico" di pochi colleghi, e "collega" di molti amici. Per esempio, pur nutrendo immensa stima personale e professionale nei confronti di Diego, non potrei mai affermare di essere suo amico. E anche lui la pensa così. Non abbiamo fatto il militare insieme, non abbiamo avuto la stessa comitiva, non mi ha mai chiesto aiuto nel momento del bisogno. Ma so che è un collega su cui posso contare, se avrò bisogno di un consiglio, o di qualunque altra cosa che riguardi il nostro legame professionale (almeno lo spero, vero Diè ;-)

Sulla più enorme questione del concetto di rivista, posso dirvi come la penso io. Cosa sono le riviste a fumetti? Una cosa che non esiste più. E come tale, è rimasta idealizzata nelle mente di tutti quelli che l'hanno vissuta. Faccio l'esempio di Arthur King di Bartoli e Domestici. Ma per spingermi oltre, è come se ipotizzassimo che Dylan Dog ha chiuso al 100, e qualche anno dopo qualche altro editore tentasse coraggiosamente di riprenderne la pubblicazione.
Tutti a stare lì a dire che come quei 100 numeri non c'è ne sono, etc. Ecco, è lo stesso parlare "a memoria".
Gli editori, ma soprattutto il pubblico e gli autori che le facevano, fanno parte di un pezzo di fumetto italiano che non c'è più. Adesso, per leggere qualcosa che probabilmente in altri tempi sarebbe finito su una delle gloriose, dobbiamo andare a comprare un volume Coconino, Bd, o altro.
Adesso ci dobbiamo accontentare, con i numeri che il pubblico e il mercato dei lettori permettono, di piccoli e coraggiosi tentativi, non sempre riusciti ma almeno migliorabili, come possono essere Mono e Motel. E io mi sento orgoglioso di avere partecipato ad entrambi questi piccoli laboratori di creatività. Con storie e racconti che, ovviamente, possono essere piaciuti o meno.

PS: se siete arrivati a leggere tutto fin qua, senza saltare nulla, siete dei coraggiosi. Alla prossima fiera vi offro una birra. Nel prossimo post vi parlo delle emozioni del Comicon.

15 commenti:

Sergio Algozzino ha detto...

mi puoi offrire una birra allora! A___A

Il Gabbrio ha detto...

non essendo un addetto ai lavori non so bene cosa dire in proposito.
Non so come possa rapportarsi un professionista rispetto a Mono e Motel, certo, se ti va di scrivere, scrivi, e qui probabilmente andrebbe messo il punto. Ma è pur sempre uno studentello che scrive e al quale piacerebbe pubblicare una sua storie su tali riviste (posso usare questo termine?).
Mono l'ho comprato a napoli e, sinceramente 6,90 euro non sono pochi, ma con tutti i fumetti che acquisto (tre giorni fa ho lasciato 60 euro in fumetteria) volete che faccia la differenza?
come usi quei soldi la Tunué, beh, a me che sono un lettore poco me ne cale, dopotutto è la storia che voglio, se fossi uno scrittore che lì ci ha pubblicato, se ho deciso di farlo a gratis, sapevo a cosa andavo incontro. ma forse il ragionamento è troppo ingenuo ed è fatto da uno che ha appena percorso 350 chilometri!!!

P.S.
-Ho ordinato Motel in fumetteria, poi ti dirò le mie impressioni (se interessa!)
- Ho letto tutto il post senza saltare nulla, ergo, mi devi una birra : )
-
Grazie ancora per l'intervento a lezione!!!

Anonimo ha detto...

Molto lucida anche la tua analisi, Manlio a cui aggiungo altre venti lire se mi permetti.

Il dramma di questa guerra tra "poveri" è quello che nessuno interrompe la catena, ovvero chi viene ferocemente attaccato, subito dopo attacca a sua volta altrettanto ferocemente qualcun altro che ritiene più debole di lui.

Dopo Napoli Comicon mi rendo conto che è arrivata invece l'ora di interrompere questo circolo vizioso.

Basta polemiche sterili, basta pettegolezzi da cortile.

Ognuno degli attori in campo ha il suo modo di fare, vedere e intendere il fumetto e tutti questi modi possono coesistere senza nessun tipo di problema per il semplice fatto che non ce n'è uno più giusto degli altri ma ognuno ha, a suo modo, qualcosa di pregnante, innovativo, originale e soprattutto ognuno ha una sua nicchia e un suo pubblico che ne decreta l'esistenza.

Queste mie venti lire di riflessioni qui in casa tua, sono un investimento davvero importante per me.

Non voglio sprecarle in falsi sorrisi e in saluti di convenienza o in fastidiosi ignorarsi, tutte cose che non mi sono mai appartenute.

Stringiamoci, invece, la mano da gente intelligente, scambiamoci le nostre produzioni da buoni vicini di casa e ognuno continui a fare la sua strada nel rispetto degli altri dell'altrui lavoro.

Io sono pronto a iniziare a farlo da subito, sin dal prossimo venturo Torino Comics, e tu? E voi?

Giorgio Messina
Cagliostro E-Press

Matta ha detto...

Purtroppo a Torino Comics non ci sarò. Dovremo rimandare questa stretta di mano ad una prossima fiera. Ma ho apprezzato molto il tuo discorso...e mi stupisce che sia partito proprio da te. Grazie dell'intervento.

Anonimo ha detto...

Avrò dato a te come a tanti altri un' immagine sbagliata di me stesso, delle mie progettualità e delle mie motivazioni.

Grazie tante a te, della tua disponibilità e dell'ospitalità sul tuo blog da cui spero parta una nuova stagione di sereni e cordiali rapporti improntati al rispetto e alla stima reciproca non solo con te ma anche con tanti altri.

La mia porta ti assicuro che è sempre aperta. Nessuno escluso. Stringerci la mano sarà un piacere scevro da ipocrisie.

Giorgio Messina
Cagliostro E-Press

Marco Rizzo ha detto...

"è come se ipotizzassimo che Dylan Dog ha chiuso al 100, e qualche anno dopo qualche altro editore tentasse coraggiosamente di riprenderne la pubblicazione.
Tutti a stare lì a dire che come quei 100 numeri non c'è ne sono, etc. Ecco, è lo stesso parlare "a memoria"."

credo che il punto sia lì. quasi tutti gli addetti e molti lettori si aspettano una certa cosa, l'editore/i curatori/la rivista non gliela offrono e restano scontenti. Spero che la "tavola rotonda" che si sta conducendo nel blog di ottokin porti a una definizione e magari a una concretizzazione, altrimenti restano parole al vento di quello che si potrebbe fare ma non si fa. E allora darebbero più o meno implicitamente ragione a come le cose sono fatte adesso.

nuvoleonline ha detto...

Intanto mi segno anch'io per la birra, così avrò il piacere di conoscerti!

Poi davvero complimenti per il tuo intervento: pacato, posato ed esauriente. Mi piacerebbe riuscire ad essere così diplomatico, a volte.

Sono anch'io stupito dall'altrettanto pacato ed esauriente commento di Messina, con cui mi sono scornato fino a poche ore fa. Probabilmente in quella discussione sono partito male io, anche perchè ho parlato in un blog di un mio amico proprio come si fa in osteria con gli amici e non con la consapevolezza che i testi rimangono, cosa che purtroppo i blog tendono a fare dimenticare. Soprattutto la velocità dei blog, l'ossessione di potere risolvere sempre tutto in un pugno di commenti. Ed è difficile con i fumetti, figuriamoci con l'etica.

Per cui, per quello che può importare, sotterro anch'io l'ascia di guerra, mantenendomi unicamente il diritto di potere criticare ciò che non mi piace, come tutti d'altronde possono fare con il mio operato.

Baci,
c.

p.s.: non ho mai inteso volere attaccare qualcuno di più debole di me, anche perchè mi sento effettivamente debolissimo. Si è trasceso, in parecchi, in questi giorni. Però spero sempre in un rapporto che considero quantomeno alla pari, ecco.

Marco Rizzo ha detto...

alla fine ho detto la mia sul mio blog. ovviamente riferendomi a Mono.

Anonimo ha detto...

Caro Claudio, mantenere il diritto di criticare quello che non piace come gli altri possono fare con noi è alla base di un rapporto di stima reciproca e non di semplice tolleranza. Ed è a questo primo punto a cui guardo con rinnovata fiducia così come allo stimolante rapporto alla pari di cui parli. Spero che a Torino Comics ci sarai e potremo stringerci la mano anche con te e recuperare il tempo che abbiamo perso da Napoli in poi.
Grazie sempre a Manlio che ospita un momento molto importante per me e per tutta la Cagliostro E-Press.

Anonimo ha detto...

compare, la tua saggezza mi spiazza. ma sei sicuro tu o hai assoldato un ghostwriter?

Matta ha detto...

Non si può sempre cazzegiare nella vita ;-)
Tu intanto imbandisci la tavola, che tra qualche giorno sono giù! ciao!

Sergio Algozzino ha detto...

ho detto la mia

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smoky man ha detto...

un saluto fumoso al Matta. Devi una birra anche a me ;)
ho postato qualche breve e forse velata riflessione sul mio blog, per chi ha tempo...

imho, troppe polemiche, troppi toni accesi... meglio coinvogliare le energie in altre direzioni, creative

smok!

ROB101 ha detto...

io ho letto il post adesso, non sapevo della birra gratis...
vado a leggere qualche altro post, magari ci scappa qualche altra promozione!

Anonimo ha detto...

cito testualmente dal tuo post: "Tutti a stare lì a dire che come quei 100 numeri non c'è ne sono"
e meno male che sei sceneggiatore...non si dovrebbe scrivere "non ce ne sono" ?

ClaVal