9 apr 2006

Facciamo "Luce sull'universo!"


Questo è il succo del romanzo, che copio da un recensione sul web:
"Il romanzo dipana tre storie parallele su diversi piani di narrazione, sviluppando premesse che non possono non affascinare il lettore. Alla vigilia del nuovo millennio, Michael Kearney è uno scienziato inglese alle prese con ricerche promettenti nel campo della computazione quantistica, ma è anche perseguitato da un'entità sfuggente e misteriosa. Nel 2400 il capitano K Seria Mau Genlicher solca gli spazi interplanetari a bordo del suo sofisticato vascello militare, quando s'imbatte in un incomprensibile manufatto che la proietta in un intrigo politico che rischia di scaraventare l'intera Galassia sull'orlo di una guerra senza precedenti. Ed Chianese ha smarrito da tempo il ricordo del proprio passato e adesso cerca di sopravvivere barcamenandosi nel sottobosco criminale di New Venusport, quando il passato gli si ripresenta per riscuotere il conto. Frattali, manipolazione genetica, effetti quantistici e anomalie scientifiche vengono affrontate con disinvoltura nelle densissime 340 pagine di questo romanzo. Ma Harrison trova il modo di non annoiare mai il lettore, circoscrivendo il dominio delle scienze applicate e della matematica a un ruolo di puro contorno, che comunque riesce a illuminare la scena con chiarezza folgorante. Luce dell’universo viene così a essere un viaggio caleidoscopico sospeso tra il passato recente e il futuro remoto dell’umanità, il cui punto di arrivo (e di partenza) è la scoperta del Fascio Kefahuchi e della tecnologia per raggiungere i suoi margini frastagliati comunemente noti come “la Spiaggia”, già frequentati nel passato da innumerevoli civiltà e per questo disseminati di (spesso) incomprensibili ma (comunque, sempre) preziosissimi manufatti alieni. Mistero, azione e avventura spaziale sono gli ingredienti estremi che Harrison mescola in questo cocktail esplosivo, confezionando un tour de force adrenalinico ai confini dell’immaginazione. Luce dell’universo travolge così il lettore in un turbine caleidoscopico che strizza l’occhio a modelli letterari del calibro di William S. Burroughs e Thomas Pynchon, omaggiati implicitamente nella frammentarietà dell’azione e nel registro espressivo modulato tra l’iperrealismo scientifico e i toni del vaudeville, ma anche a classici consolidati o di recente acquisizione come Ray Bradbury, William Gibson e Dan Simmons. La riuscita dell’operazione deve molto anche alla grande esperienza dell’autore, alla sua meticolosa attenzione stilistica, alla straordinaria capacità di gestire gli eventi, dosando l’azione e le rivelazioni in maniera da tenere sempre ben desto l’interesse del lettore, senza mai scadere nel facile gioco fine a se stesso o nello sterile esercizio di stile."
Detto ciò aggiungo solo che io ho gusti strani in fatti di romanzi. In generale mi piacciono quei romanzi che sfidano il lettore a farsi capire, a farsi interpretare e che cercano di soprenderlo. I romanzi che ti portano per mano, lentamente e inesorabilmente nella loro scontatezza, verso il finale, mi annoiano facilmente. "Light" (titolo originale) è uno dei primi. Uno di quei libri che comincio a leggere dicendo: "ma non si capisce un cazzo!", solo che poi mi avvinghiano fino all'ultima pagina, come ha fatto questo. Consigliato a chi ama il genere SF, a chi ha voglia di usare le celluline grige quando legge e a chi ha voglia di scoprire un nuovo mondo fantastico...che potrebbe essere milioni di anni lontano, o proprio dietro casa nostra.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma quali celluline grige! Ma quale mondo fantastico!! Piuttosto leggiti quei due stramaledetti libri che ti ho dato, e vedrai i mondi che scopri!!
Questo "capolavoro" altro non è che un libercolo con Jesus, Rita Rusic e il capitamo Spokk che vanno a fare sesso su un'astronave interstellare... e Simona ne è testimone!! ^____^

ok, la faccio troppo lunga...