Et voilà! La succosa preview di cui vi avevo accennato qualche giorno fa è arrivata. Ho aspettato che sul sito Bonelli fosse disponibile la copertina in formato grande per partecipare con voi di questo gioioso esordio.
Nel Maxi Dylan Dog in edicola questo mese esordisce sulle pagine dylaniate il mio amico e compagno d'avventure Giovanni Di Gregorio, in una storia che secondo me piacerà molto ai fan della prima ora di Dylan. E non fatemi aggiungere altro, altrimenti Giovanni mi taglia la testa con un'accetta!
Titolo: IL PASSO DEL GAMBERO. Disegni: i veterani Montanari & Grassani, che come sapete da molti anni si dedicano esclusivamente alla realizzazione di questo albone estivo.
Il Di Gregorio nazionale, ormai lanciato tra Bonelli e Red Whale, è finito suo malgrado anche tra gli ospiti di Palermo Fumetto 2006. Suo malgrado non perchè non volesse, sia chiaro. Ma perchè lui è un "anacoreta", come ama dire. Non gli piace farsi vedere, farsi conoscere, non gliene frega niente che si parli di lui e dei suoi lavori. Vuole solo lavorare in santa pace nella sua camera, mangiare con gli amici, e creare nuove storie. E io ho sempre ammirato questa sua atarassia...che non riesco in nessuno modo a replicare, sia chiaro!
E questo mi porta ad un'ultima riflessione sul mio lavoro: scrivere è un mestiere, ma è anche una passione. Quanto un autore può aspirare all'originalità e all'artisticità (scusate l'orrendo termine) delle sue opere, nel limite imposto dalle collaborazioni che si intraprendono?! Quanto deve venire fuori la "poetica" di ogni autore in quello che scrive?! Può venire fuori in ogni cosa che scrive?! Si potrà dire che questo Dylan Dog è un Di Gregorio, piuttosto che un Medda o uno della Barbato? E io, riesco a fare lo stesso?! Quanto c'è del Matta-style in AVALONIA, piuttosto che in JEK VANS?! Non lo so. Sto cercando di capire...e capirmi. In bilico tra un amico "minatore" , Giovanni, (che sia chiaro, ha anche lui le sue belle idee, ma tutte al servizio della storia e del personaggio), ed un amico con "velleità artistiche", Stefano, io forse mi sento a metà: un artigiano con velleità artistiche al servizio del mercato e degli editori (non si spiegherebbe altrimenti la voglia che continuo ad avere di creare serie mie per i vari editori). Un dualismo che certe volte mi mette in conflitto anche con me stesso. E che incide, ovviamente, sul mio ritmo di produzione e sulla mia creatività. A Stefano, e in generale a tutti i miei occasionali alunni dei corsi di sceneggiatura, predico l'uso dell'Idea Forte. Quante Idee Forti ci sono nei miei albi?! Non lo so...perchè anche io certe volte mi lascio andare all'uso dell'Idea Debole. Perche spesso uso il mestiere prima della creatività. La razionalità prima della creatività.
Ma questa ambivalenza credo faccia parte del mio segno, a metà, appunto, tra razionalità e creatività. Dovrò consultare la mia astrologa preferita per avere dei chiarimenti...ma dovrò aspettare 15 giorni, dannazione! Attivo il conto alla rovescia nel telefonino...e intanto torno a scrivere! E comprate il Maxi Dylan Dog, ovviamente!
11 giu 2006
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6 commenti:
Eh, eh!
A uno piace stare tranquillo, ma poi ci sono gli amici che sbandierano le sue scorribande.
A proposito, meglio minatore che sminatore (e così capite perchè il mio Groucho fa battute penose).
l'anacoreta
Lo sai che parlare con te, per me ha un effetto taumaturgico! Dovevo prima o poi sbandierare la tua occulta produzione e il tuo anacoretismo: devono essere monito e riflessione per tutte le incolte moltitudini che frequentano questo blog. Ho detto!
Auguri all'anacoreta. Bello vedere che c'è qualche sceneggiatore ce riesce ancora a fare 'sto mestiere... una speranza.
@andrea: se il tuo sottinteso era: riesce a vivere facendo lo sceneggiatore, hai proprio ragione. Tra poco lo convinciamo a fare conferenze in giro per il mondo per rivelarci i suoi segreti...
Stolta moltitudine a chi?! :-)
@cinico: comunque era "incolte moltitudini", che è l'affettuoso epiteto dei fan di Martin Mystere coniato da Castelli. Proprio tu ti fai sfuggire certe citazioni... ;-))
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