Quando Michele Medda aggiorna il suo blog, io mi fiondo a leggere i suoi editoriali. E stavolta mette davvero il dito nella piaga, con l'articolo "Un Fragoroso Silenzio".
Il fragoroso silenzio di cui parla è quello della morte di Angese, passata sotto il silenzio dei media e di quasi tutti i colleghi, e della lettera aperta di Bruno Concina, che invece di suscitare il polverono mediatico che magari in altri paesi, quali Francia o Usa, avrebbe potuto suscitare, da noi è rimasta la solitaria voce di un autore che ha avuto il coraggio di parlare.
Ma molti suoi colleghi non prendono posizione, i media non danno risalto alla notizia, le mayor si barricano nel silenzio aspettando che ritorni la calma, e tutto ritornerà come prima.
Tranne, temo, la carriera di Bruno Concina.
Ma Michele va oltre, e lancia una provocazione a noi blogger.
Quoto Michele:
"Quello che mi fa rabbia, però, è che la convinzione che quello del fumetto è un “non–lavoro” sia condivisa da molti autori. Che magari a parole reclamano la dignità del loro lavoro e nei fatti la smentiscono. Per essere chiari: che opinione avreste del vostro commercialista, del vostro medico, del vostro avvocato, se vi accorgeste che passano quasi tutto il giorno attaccati a internet a ciarlare di questo e quello? Cosa ne pensereste se leggeste nei loro blog decine di messaggi di pura fuffa etichettati simpaticamente come “cazzeggio”? Se pubblicassero una decina di foto di pin up poppute e vi invitassero a votare la più arrapante? O se semplicemente sbrodolassero per lunghe paginate su come è stato difficile diagnosticare la causa dell’allergia della contessa Serbelloni, o di quali struggimenti comporta compilare l’F24 del ragionier Cazzaniga? Se vi tormentassero dicendo che hanno già visto l’ultima puntata dell’ultima serie americana e che – ATTENZIONE! SPOILERISSIMO! – nel post più sotto riveleranno il finale? O, peggio, se confessassero coram populo che oggi è lunedì, ieri ho fatto tardi, voglia di lavora’ saltami addosso?"
Ecco, questo è il dito nella piaga.
Mi ci sento un pò in mezzo, come forse tanti altri colleghi che usano il blog più per uno sfogo anomalo di tutte le loro passioni, che come vetrina del loro lavoro e della loro professionalità.
In questo mese (cioè in meno di 20 gg) questo blog, tra le foto della samba e il post sulla hostess, ha fatto più accessi che negli ultimi tre-quattro mesi. E anche se non me fotte niente di QUANTE persone mi vengono a visitare, mi interessa sapere QUALI persone mi arrivano qui.
E se tra queste ci sono amici e colleghi che possono farsi un'idea sbagliata del mio approccio al lavoro...beh, devo fare un mea culpa.
Io la differenza tra quelli (mi ci metto pure io, per carità) che ogni tanto scrivono fumetti perchè vogliono farlo, e quelli che scrivono centinaia di pagine al mese per decine di disegnatori, perchè fanno solo quello e devono farlo, altrimenti i disegnatori non posso disegnare e quindi guadagnare, la conosco bene. Io, come altri, non sono tra quelli che devono scrivere, ma vogliono scrivere. Per fortuna? Purtroppo? Ho smesso di chiedermelo.
E' vero. Prima parlavo molto di più di fumetto, delle difficoltà e delle gioie di fare lo sceneggiatore, dei momenti di crisi e delle riflessioni amare di questo mondo. E spesso lo stesso michele, anonimamente e solidalmente, interveniva in quei miei sfoghi personali.
Poi, per motivi di etica professionale, non parlando più di miei progetti, ho dovuto tagliare drasticamente gli interventi in merito. Perchè non posso stare qui a parlare di quali storie sto preparando per Bonelli o (quando capita) per RedWhale, le uniche collaborazioni che ad oggi continuo.
Il giro di boa dell'etica di questo blog risiede anche in questa mia scelta professionale. Niente più progetti a perdere da proporre inseguendo questo o quell'editore.
Solo collaborazioni concrete con editori che prima di tutto rispettano il tuo lavoro, oltre che pagarlo ragionevolmente.
Il tempo della gavetta e dei sogni è finito. Tanto finito che ora, per una serena scelta di vita, divido il mio tempo con altre occupazioni. Perchè a fine mese i conti devono quadrare lo stesso. Ma sono sereno. Faccio entrambe le cose con entusiasmo e professionalità, avendo la fortuna di essere un libero professionista su entrambe.
Quindi, mettendo mani al petto, proclamo la mia assoluta dignità di professionista del fumetto, che ora preferisco fare nel silenzio, e lascio a questo blog, deliberatamente e dichiaratamente, il compito di cazzeggiare su tutto il resto.
Grazie Michele, per averci tirato le orecchie.
---- Aggiornamento FLASH del 19 febbraio------
La situazione di Concina si complica ulteriormente e le riflessioni che si possono trarre sono sempre più amare.
Visitate il sito di Michele per leggere quello che è successo in questi giorni.
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2 commenti:
Ciao Manlioman!!!
Io questo l'ho già capito da anni! Ti ricordi i miei pistolotti quando lasciai il progetto Avalonia (per quella che mi sembrava una poca serietà dell'editore) o quando a Lucca già ti avvertivo dei pericolosi 'pitfalls' del fare fumetti in Italia da anni a questa parte (si lavora serio solo in Bonelli o Disney)?
La cosa più importante però non è il tuo 'gettare la spugna', è il riconoscere il malcostume editoriale fumettistico italiano.
Anche se poi è solo l'ultimo anello di una catena che inizia dall'altissimo e infesta ogni ambito lavorativo.
Stay strong! Magari presto o tardi riuscirai a proporre un progetto interessante anche in una struttura seria e capace come Bonelli Editore, con l'energia e l'entusiasmo che hai messo in tantissimi progetti naufragati in questi anni.
Grazie della solidarietà.
Come puoi leggere dallo scorso post, non ho certo gettato la spugna.
Ho solo concentrato le enegie. Per questo ricevo maggiori soddisfazioni personali e professionali.
E sono contentissimo di questa scelta.
ps: ma neanche tu devi gettare la spugna, mi raccomando! ;-)
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