Giorni di lavoro intenso. Concentrato su mille fronti diversi, si profilano all'orizzonte parecchie occasioni interessanti. Sto cercando di buttare giù una saga con la complicità del maestro Gugliotta, già autore di JEK VANS, in cui sto riversando alcune delle mie passioni narrative. Un editore già è interessato. Spero diventi uno dei lavori di cui andrò più orgoglioso. Tutto questo a parte provini, progetti e storie brevi. Insomma, ne abbiamo per tutti i gusti.
Comunque in questi giorni ho avuto modo di incrociare sulla mia strada alcuni personaggi interessanti. Il primo è Guy Delisle, di cui ho appena letto il suo Pyongyang (Internazionale: Fusi Orari, 2006; 176 pp, euro 16,00). Un libro a fumetti che, per tanti versi, fa il paio con Persepolis di Mariane Satrapi. Il volume è la cronaca a fumetti di un viaggio di lavoro di due mesi dell'autore nella capitale della Corea del Nord. E' stato spedito lì a seguire alcuni progetti d'animazione, uno dei pochi settori che permette l'ingresso di occidentali nella capitale. La Corea del Nord è uno stato ai limiti dell'immaginazione: è Pyonyang ne rappresenta l'essenza. Una spietata dittatura comunista che vive in isolamento quasi completo, immersa nel culto di Kim Il-sung, nominato "presidente eterno" dopo la sua morte, e di suo figlio, il "caro leader" Kim Jong-il. Per gli stranieri è difficilissimo entrare e praticamente impossibile avere contatti con gli abitanti. Uno sguardo ironico ma drammatico sulla chiusura (fisica e mentale) di un popolo che vive una distopia alla 1984 e forse ancora non se n'è accorto. Il volume, tra parentesi, non è neanche troppo conosciuto tra i fumettari perchè è stato pubblicato da una casa editrice che di fumetti non se ne occupa. Recuperatelo. Non ve ne pentirete.
Sabato sera invece ho assistito alla performance di un ottantaduenne che ci arrivassi io con quella lucidità a quell'età: Remo Remotti, un ex matto che è più lucido di tutti noi messi insieme. Tra imprecazioni e parolacce, con quel gusto genuino e disincantato che non te le fa pesare, ha recitato questa cosa qua e ha strappato un lunghissimo applauso alla platea.
Remo Remotti nella sua vita ha vissuto mille vite: attore, pittore, poeta, scrittore, cantastorie, adesso conduttore radiofonico su RadioRock. Lui che è stato tre volte in manicomio (in Perù e nella «Grande Germania» dove si è spogliato nudo tra la folla), lui che è diventato attore a 50 anni, ha fatto una figlia a 64 e ha vissuto la più intensa storia d’amore sui settanta (così almeno dichiara), lui che è stato povero tutta la vita e adesso l’ha messa «nel culo a tutti». Un antimito contemporaneo che se potessi, inviterei a casa mia un giorno si e uno no: chissà quante storie avrebbe da raccontare...
12 feb 2007
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6 commenti:
Caro il mio Manlio, Remo Remotti ha pubblicato l'anno scorso un CD di poesie che passava a spron battutto su Radio Rock. Noi Romani (anche se Palermitano di nascita sugnu...) ci possiamo beare di questa grande Radio che ha figliato benissimo con Radio Rock Italia.
NB le frequenze delle due sono 106.6 per la madre e 90.0 per la figlia.
A Presto
Paolo
PS: sto ancora in attesa di un tuo invito a cena!
Grandissimo Remotti! L'ho visto qualche settimana fa su La 7, non lo conoscevo e ci sono rimasto!!
@paolo: radio rock è la radio che ascolto sempre a roma. l'invito a cena non tarderà ad arrivare...scusa ;-)
Manlio, quando sei libero, fammi unosquillo o mandami una mail, io il pomeriggio mi posso sempre liberare, ma resto comunque schiavo dei mezzi al momento. comunque siamo già d'accordo con Stef per vederci appena possibile!
Con Remotti e Pyongyang hai incassato un sacco di punti! Ti linko sul mio blog!
Remotti ancora non l'ho capito se è un mito o un mitico paraculo... forse entrambe le cose.
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