Di recente ho seguito con un pò di disattenzione (lo ammetto) una recente polemica "seria" che si è scatenata sul blog di Fabrizio. I pro e i contro dell'uso del sax (ma io direi dei fiati in generale) nel rock. L'argomento mi tocca molto da vicino. Perchè?! Vengo e mi spiego...
Due tra le mie band preferite utilizzano il sax spesso e quasi come marchio di fabbrica nelle loro composizioni. Una è l'apprezzatissima DMBand, l'altra i misconosciuti (almeno in Italia) Waterboys, che seguo dal loro esordio, credo nel 1985 (alcune notizie qui, il sito ufficiale invece qui). E il video che vedete è tratto proprio da un brano del loro primo album, Waterboys. Qui il sax è parte della melodia, e la canzone non sarebbe la stessa senza di esso.
Per fare un esempio italico, non dimentichiamoci che le migliori canzoni della PFM, oltre che il pluriosannato album della tournee con De Andrè, hanno nella presenza del violino un elemento portante dei loro arrangiamenti (Mauro Pagani: un nome, una garanzia). Qui forse etichettare la band nostrana è più facile: la PFM è una rock band che suona progressive, quel movimento che puntava proprio all'inserimento di suoni "non canonici" nelle composizioni. Vedere i Genesis, il flauto inconfondibile dei Jethro Tull, il Concerto Grosso dei New Trolls, etc. Forse la DMBand si avvicina molto a questo genere di rock che io, se non si fosse capito, adoro. Un genere che invece si scontra con i puristi del sound duro e puro del rock, fatto solo di chitarre, bassi, batterie...con qualche concessione alle tastiere Hammond.
Io sono a favore dell'uso dei fiati e degli strumenti a corda nel rock. Nello specifico perchè le band prediligono proprio il sax e il violino? Perchè, secondo me, rispondono ad una precisa esigenza "musicale" dei gruppi rock: il forte impatto melodico e la possibilità di grandi assoli e virtuosismi. E sono proprio questi assoli e virtuosismi ad accompagnarmi in molti momenti della giornata. Sound a palla nelle orecchie (spesso in cuffia) mentre scrivo: questo mi dà la carica emotiva necessaria e, soprattutto, la sensazione di "staccarmi" dal mondo per entrare dentro la storia che sto scrivendo.
Io amo questo tipo di rock. Potente e melodico nello stesso tempo. Coinvolgente ma non martellante. Dalle sonorità ricche, ma non "pesanti". Avvolgente a livello emotivo, prima che sonoro. Un rock che per certi versi assomiglia tanto al blues, che è il genere che in assoluto prediligo. E forse questi gruppi hanno nella loro anima musicale molto più blues di quanto non vogliano ammettere. Perchè il blues non è un genere musicale...è un colore dell'animo. O sei blues dentro o non lo sei. Difficilmente lo puoi diventare.
Ad maiora.
9 commenti:
A proposito di ascoltare musica mentre si scrive: io, a parte la fase di "concepimento" del soggetto, quando lavoro sulla sceneggiatura preferisco isolarmi nel silenzio assoluto. Soprattutto se la musica mi piace particolarmente, finisce sempre per distrarmi.
PS. ehm, il mio commento "serio" sui Waterboys (adesso ripongo l'acqua benedetta e tutto l'armamentario per gli esorcismi) l'ho scritto sull'apposito post nel mio blog... .
ps: la canzone parla di "una ragazza chiamata Johnny"; affronta quindi il tema dell'omosessualità. Qui c'è il testo, per chi vuole approfondire (fate doppio clic con il mouse sulla riga e poi copia: la prende tutta anche se non si vede):
http://www.lyricsfreak.com/w/waterboys/a+girl+called+johnny_20145338.html
anche se altre fonti dicono sia dedicata a Patti Smith, di cui Mike Scott è molto amico. Si sono spesso anche esibiti insieme. 'Nuff Said.
Come "misconosciuti" i Waterboys? Nello studio del cadavere dei Modena City Ramblers ne ho trovate ampie tracce...
*** MESSAGGIO PROMOZIONALE ***
Riguardo a chi ascolta cosa mentre scrive, rimando all'articolo di Tito Faraci nell'imperdibile volume (premio Fossati 2003) "Carta Canta".
*** FINE MESSAGGIO PROMOZIONALE ***
@Barzi: ma tu proprio non perdi occasione per farti pubblicità, eh?! ;-)
beh, non basta solo un distorsore per fare del rock, come non basta la presenza di un fiato per allontanarsi dal rock.
il punto è anche come viene utilizzato lo strumento in questione.
se releghiamo il sax a fare l'assolo di turno, la possibilità di effettarlo, di accompagnarlo con suoni più o meno duri e il fatto che suoni per un numero limitato di battute, fa sì che non si esca molto dal seminato.
Se, invece, il sax, o il violino, o il flauto, clavicembalo ecc. partecipa attivamente all'arrangiamento melodico del brano, secondo me siamo in presenza di una sfumatura, di un colore, di un sapore particolare.
ciò che fa la differenza, secondo me, è quanto viene snaturato uno strumento:
se costruisco un brano in modo che una cornamusa possa esprimere pienamente il proprio carattere, poi ci metto delle chitarre distorte, ed una sezione ritmica appropriata, siamo in presenza di un Rock celtico...
ma se alla cornamusa faccio fare una melodia che è tipicamente chitarristica, non ho fatto nulla di particolare, avrei potuto ottenere lo stesso effetto con un suono particolare di chitarra o tastiera.
Quindi, se uso il sax come uno strumento qualsiasi non faccio nulla di che...se invece lo uso in modo da non poter ottenere lo stesso effetto emotivo con un altro strumento, allora ho dato qualcosa di più e posso dire di essere uscito fuori dal rock ed aver dato qualcosa in più, come il rock progressive dei miei tanto amati Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi, Area ecc.
Ah, mi concedo il beneficio del dubbio sul fatto di aver potuto dire un sacco di stronzate!
ma un po' di metal?
Fossi in voi, sentirei questa. soprattutto la parte dei soli...
http://it.youtube.com/watch?v=uesIbOfT8hk
Ciao, Matta!
@lollo: lo so, meraviglia delle meraviglie. anche io adoro la DMB. sono loro i miscredenti a cui non piace; ah, questi sceneggiatori sardignoli, tutti pennarelli e cucurreddi che non distinguono un fischio da un fiasco! ;-)))
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